Come fare per comportarsi responsabilmente in modo concreto?
E ragionare allo stesso tempo da imprenditore?…
E’ questo che mi sono domandato quando ho messo in campo la mia idea di packaging sostenibile: all’indomani del periodo clou del Covid che ha segnato il nostro tempo in ogni aspetto mi sono accorto che i costi delle materie prime (per esempio quello della latta o del vetro per bottiglie anti-UV) erano cresciuti anche del 60%. Per questo motivo si ha avuto anche un impatto sulla ricerca di fornitori che riuscissero a rispettare tempi e modalità e volumi di consegne allo stesso modo di prima.
Ed ecco l’idea che poteva far risparmiare me e anche il mio cliente… e potesse fare del bene anche all’Ambiente:
- riciclo del sughero assieme a Tappodivino di Roberta Masat
- reimpiego degli imballi: quando spedisco la merce che mi viene richiesta in quantità relativamente contenute io riutilizzo i cartoni che contenevano a suo tempo la merce che io ho ricevuto. Io non butto mai via nulla che possa essere riutilizzato
- riutilizzo dei contenitori: le mie valigette di cartone valgono più di quanto si pensi: chi fa la spesa da me può tornare con la valigetta che già ha utilizzato con gli acquisti precedenti e vedrsi riconoscere un piccolo sconto o un omaggio per testare qualcosa di buono che ancora non ha provato. Provare per credere!
Ultimo ma non meno importante – anzi … forse è il mio progetto più bello su cui sto ancora lavorando per metterlo a punto sotto ogni aspetto del profilo normativo e della sicurezza dell’igiene alimentare – mi sono detto: perché il mio cliente dovrebbe acquistare l’olio o il vino da me, andare a casa e buttare il contenitore? … contenitore che tra l’altro ha pagato indirettamente anche lui.
E l’intuizione è stata tanto geniale quanto artisticamente bella: l’idea di fondo è quella di vendere al mio cliente “solo” il contenuto. E il modo migliore per conservare l’olio extravergine di oliva ed il vino è da sempre la ceramica (smaltata internamente per rispettare i termini previsti dalla sicurezza alimentare)… avete presente “La giara” di Pirandello o i ritrovamenti di giare antiche sul fondo del Mediterraneo di cui ogni tanto si sente parlare?
…e noi in Salento abbiamo una tradizione a dir poco millenaria nella nostra “Terra di Kutria“, l’area di Cutrofiano, dove creare oggetti della tradizione con la creta e la ceramica anche per la cottura e il servizio a tavola è all’ordine del giorno.
Così mi sono messo in contatto con artisti del settore che creano ogni volta pezzi unici (tra questi anche l’idea di una lattina in ceramica, simile a quelle che si acquistano di solito per fare la scorta per tutto l’anno), rifiniti a mano uno alla volta, per contenere l’olio e il vino: che poi, a pensarci bene “olio e vino in anfora” suona pure bene!
E una volta che si arriva alla vendita diretta dei miei orci questi sono ceduti in comodato d’uso – a fronte di una cauzione equivalente al prezzo dell’orcio – una volta utilizzati nella propria funzione contenitiva e di servizio il cliente può decidere di tenerli o di renderli (riscattando la cauzione) o di acquistare un nuovo orcio, mantenendo valida la cauzione già versata.
L’idea è buona: devo solo capire nel concreto come gestire i flussi di passaggio e reigienizzazione dei contenitori, in accordo con il mio fornitore di olio extravergine di oliva e di vino del Salento: Labbate srl.
Un progetto etico che fa bene non solo al portafoglio, ma anche all’Ambiente e al cuore.